Buongiorno
oggi vi parlerò di Selma, film del 2015 diretto da Ava DuVernay.
Il
film è incentrata sulla figura del Dottor Martin Luther King, ma
non è una vera e propria autobiografia ma l'accurata ricostruzione
della marcia pacifica partita da Selma fino a Montgomery, capitale
dello stato della Alabama, per sensibilizzare l'opinione pubblica
sulle discriminazioni razziali ed i soprusi di cui sono oggetto gli
afroamericani. King vede nell'acquisizione del diritto di voto
l'unico modo per eliminare il razzismo e i maltrattamenti dal paese.
Perché così il popolo nero potrà votare politici non razzisti e
fare parte delle giurie fino ad allora composte solo da bianchi, che
puntualmente scagionava i loro aguzzini (senza tessera elettorale
non si può diventare un giurato).
Incredibile,
in un paese che si fregia, ora come allora, di esportare la
democrazia, il fatto che durante la fine degli anni 60 (ma in parte
anche adesso, i recenti atti di sangue ne sono testimone) a gran
parte della propria popolazione di colore fosse impedito il diritto
più importante, quello di voto (ma non solo,non potevano frequentare
scuole per bianchi, salire in autobus nei posti davanti anche se
vuoti ecc.). Negato da una classe politica il cui unico terrore è
perdere il potere, inadatto a un cambiamento inarrestabile,
terrorizzata e timorosa che dare i propri diritti agli afroamericani
possa, oltre che far perdere la poltrona, dare un inizio a una
spirale che porti a una rivoluzione rossa (erano gli anni della
caccia alle streghe e del maccartismo). La crudeltà riportata sullo
schermo, fatta di efferati omicidi pestaggi verso proprio pari,
compresi donne, bambini e anziani, il cui unico difetto sta nella
colore della pelle, arriva diretto allo stomaco dello spettatore come
un pugno, e fa riflettere su come possano essere ripugnante a volte
l'umanità, su quanto dobbiamo essere grati verso chi ha perso la
propria vita per far si che tutti noi potessimo avere tale diritti
che diamo per scontati.
Parlando
dell'interpretazioni ho apprezzato molto David Oyelowo, che
interpreta un King il più possibile umano, che compie errori come è
normale che sia. Afflitto da insicurezze e dubbi, che prova un
grande senso di colpa per ogni morte provocata dalla sua lotta
pacifica. Infatti Selma non è scelta a caso come città, ma è il
luogo adatto visto che è governata da un governatore razzista e
protetta da uno sceriffo bigotto, perfetti per fare alzare un
polverone mediatico intorno alla protesta, ma questa sfida costa
litri di sangue e morti.
Grandissimo
lavoro è stato fatto anche per assemblare il resto del cast, infatti
troveremo sullo schermo oltre ad attori bravissimi e affermati (Tim
Roth, Oprah Winfrey,Giovanni Ribisi ecc.) caratteristi straordinari
come Tom Wilkinson, Martin Sheen e Dylan Baker.
Il
film non è certo privo di difetti, soprattutto l'eccessiva lentezza
di qualche passaggi, ma riesce a centrale l obbiettivo, cioè
smuovere le coscienze e far riflettere. Anche io mi unisco alle
proteste per la mancanza di nomination come miglior film e miglior
attore a Oyelowo.
Un
saluto S.Tripaldi
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