Buongiorno
oggi vi parlerò di The Artist, film del 2011. Diretto da Michel
Hazanavicius e interpretato da Jean Dujardin e Bérénice Bejo. La
sua particolarità è nell'essere un film muto e in bianco e nero.
I
numerosi riconoscimenti ricevuti, lo rendano il film francese più
premiato di sempre, fra di essi spiccano ben 5 premi Oscar (miglior
film, migliore regista, miglior attore, migliori costumi e migliore
colonna sonora).
Hollywood
1929, George Valentin è un grande divo del cinema muto, ma
l'incombenza del sonoro manderà in fumo la sua scintillante carriera
fini a farlo cadere in un turbinio di degrado e povertà.
Fortunatamente Peppy Miller, attrice e ammiratrice di George, si
adopererà per togliere dallo squallore l'ex divo.
Il
film dimostra come anche rivolgendo un occhio al passato si possa
creare un progetto innovativo. La bravura degli interpreti è tale da
rendere superflue le parole. Non è facile interpretare questo genere
di film, il modo di recitare è completamente diverso, bisogna
enfatizzare molto le espressioni e i gesti in modo tale da essere
compresi anche senza aprire bocca. (Non a caso molti divi del muto
faticarono ad adattarsi e si trovano disoccupati dopo l'avvento del
sonoro). Jean Dujardin è l'indiscusso mattatore del film, dotato di
una mimica facciale capace di far emozionare con una singola espressione.
L'alchimia con Bérénice Bejo è tale da far immedesimare e
coinvolgere totalmente lo spettatore.(Ammetto di aver visto e rivisto
il finale dove danno veramente sfoggia della loro grande bravura).
Formidabile
la colonna sonora, che durante tutto il film e capace di
accompagnare al meglio le vicissitudini dei protagonisti.
Oltre
agli albori del sonoro, altro tema affrontato e quello della nascita
del divismo, il rendere attori di Hollywood personaggi cosi tanto
iconografici da essere paragonati a "divinità", non a caso
il protagonista si chiama Valentin. In omaggio a Rodolfo Valentino
primo grande divo hollywoodiano, mentre nel finale viene ricordato
John Gilbert, attore la cui parabola discendente, ha ispirato il
film. E a proposito di omaggi, lampante è quello a Cantando Sotto La Pioggia, altro film che racconta il passaggio al sonoro dal
muto.(Valentin gira un film su uno spaccino, la svolta musical ecc.)
Concludo
con una curiosità tecnica. Il film per avvicinarsi alle opere anni
venti è girato a 22 fotogrammi al secondo. Ciò potrebbe rendere la
visione televisiva leggermente velocizzata visto che essa adotta lo
standard contemporaneo di 24 FS. Cioè è molto più enfatizzato nei
film pre sonoro, infatti lo standard dell'epoca era 20 FS. Quindi se
vi capita miracolosamente di vedere un film muto sullo schermo di
casa, sappiate che in origine le immagini non erano cosi veloci!
Un
saluto S. Tripaldi
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