Buongiorno
oggi vi parlerò di Birdman, film del 2015, diretto da Alejandro
Gonzalez Inarritu, probabile nuovo mattatore degli Oscar 2015, avendo
dalla sua ben 9 candidature.
Quello
che ho visto è un film sull'ossessione di un uomo, ricordato da
tutti come Birdman (il primo grande supereroe di successo della storia
del cinema).
Il protagonista combatterà tutta la sua restante
carriera per togliersi questa etichetta di dosso. E sembrerebbe
riuscirci finalmente mettendo in atto un opera teatrale a Broadway
denominata "Le imprevedibili virtù dell'ignoranza". Ma i
suoi mostri interiori (raffigurati da Birdman stesso) lo
ostacoleranno cercando in tutti i modi di farlo tornare sui suoi
passi, e fargli scegliere la via comoda, tornando a interpretare il
supereroe per un quarto capitolo. L'uomo mascherato che vediamo non è
altro che la vocina interiore che tutti noi abbiamo, quella che ci
ostacola ci limita e che cerca di farci percorrere sempre la via più
facile, ma è anche quella che non ci fa spesso prendere la decisione
migliore, ma solo la più comoda, rendendoci incapaci di crescere,
evolverci e migliorarci. Come a volerci ricordare che il nostro
peggior nemico spesso lo potremmo incontrare guardandoci allo
specchio.
Per
interpretare il protagonista è stato scelto non a caso Michel
Keaton. Famoso per aver avuto una carriera costellata da alti e
bassi (fra l'altro ha interpretato il primo Batman) ma non ha mai
raggiunto vette auspicabili visto il suo talento. Molto probabilmente
grazie a questo film riuscirà a raggiungere finalmente l'olimpo del
cinema vincendo un Oscar.
Accanto
a Keaton troveremo un cast straordinario composto da, Norton
(nomination a gli oscar anche per lui, finalmente torna a usare il
suo grande talento per questa parte, dopo anni di nulla), Watts,
Stone e Galifianakis. Tutti con le loro storie che si intrecciano ma
che non volgono a una conclusione, volendole fa passare marginali
rispetto al tema principale dell'ossessione e la lotta interiore del
protagonista, anche se forse si poteva eliminare qualche sotto trama un po superflua.
A
livello tecnico siamo di fronte all'eccellenza, la fotografia
digitale è sontuosa. Spettacolari le immagini nel teatro dove i
colori algidi del blu si mescolano con i rossi resi luminosi dal
girato in digitale. Bellissima anche l'uso della telecamera che segue e
accerchia il protagonista quando cammina. Inarritu sa come usare la
camera e lo dimostra ampiamente in questo film
Concludo
consigliando se possibile la visione in lingua originale.
Un
saluto da S. Tripaldi