Buongiorno
nel post di oggi voglio parlare di un tema che ha avuto molta
rilevanza nella mia vita, il fumetto giapponese, il Manga.
La
passione per questo tipo di intrattenimento ha inizio nel lontano
2000, quando comprai il primo numero di Dash
Kappei
(in italiano Gigi la trottola), ed ha attraverso buona parte della
mia esistenza influenzando in parte la mia crescita.
Ogni
sabato mattina andavo in compagnia dei miei amici a comprare, con i
soldi della paghetta prima, con i primi guadagni del lavoro poi,
decine e decine di fumetti (ricordo con molto affetto quel periodo
cosi scanzonato e allegro).
Questa
routine è andata avanti per più di un decennio, dopo di che
qualcosa si è rotto. Un primo fattore è il prezzo, il primo numero
di Dash
Kappei
lo pagai 3,500 lire, ora non è raro trovare fumetti a 7/8 €. Uno
sproposito per una letteratura che copre al massimo una 40ina di
minuti. Logicamente ha influito anche la mia crescita personale che
ha fatto cambiare le mie priorità, anche se ci tengo a dire, sempre
che nel 2014 ci sia ancora qualcuno che lo creda, il Manga non sono
cosa da bambini!
Come
ogni tipo di intrattenimento anche qui tutto è suddiviso in generi,
e spesso albi dedicati all'horror raggiungono forme di sadismo
impensabili per le produzioni occidentale, ad esempio Gō Nagai nel
suo capolavoro assoluto, Devil Man, riproduce un mondo invaso da
demoni che divorano e seviziano la popolazione, ed umani pronti a
fare lo stesso fra di loro pur di sopravvivere. Tutta questa violenza
non è fine a se stesso ma rappresenta una denuncia alla società
moderna. Ciò si ritrova anche in manga all'apparenza scanzonati che
nascondo severe denunce alla aspra società giapponese, alla loro
bigotteria, ai loro tabù mal vissuti, specialmente dalle persone più
giovani, imprigionati in usi e costumi antiquati e opprimenti, e a
pressioni eccessive, ciò scaturisce in un altissimo numero di
suicidi, addirittura il Giappone è primo in questa triste
classifica, fra i paesi industrializzati.
Qui
l'esempio che mi viene di fare è GtO, PRESONALMENTE MIO MANGA
PREFERITO, dove un ex teppista decide di fare il professore
principalmente per rimorchiare. Sembra una cosa cosi banale e frivola
ma non lo è, all'interno l'autore inserisce la difficoltà e il
disagio dei giovani verso una società che li obbliga sin da piccoli
ad raggiungere l'eccellenza, e scarta e isola chi non ci riesce,
definendoli spazzatura, parola molto ricorrente in molte opere da me
lette ( trovo molto triste definire qualcuno cosi solo perché
diverso).
Certo
non solo di denuncia si parla ma anche di usi e costumi cosi diverse
dal nostro mondo. Spesso il manga è un affresco sulla società
giapponese, ne dipinge i difetto (citati poc'anzi) ma anche i pregi,
e la bellezza di un mondo cosi lontano da sembrare quasi alieno. Il
mio sogno non lo nego è un giorno di andare in Giappone per vivere
tutto quello che ho letto sulla mia pelle!
Saluti
S. Tripaldi!
Parte della mia collezione
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