giovedì 15 maggio 2014

MANGA



 






Buongiorno nel post di oggi voglio parlare di un tema che ha avuto molta rilevanza nella mia vita, il fumetto giapponese, il Manga.
La passione per questo tipo di intrattenimento ha inizio nel lontano 2000, quando comprai il primo numero di Dash Kappei (in italiano Gigi la trottola), ed ha attraverso buona parte della mia esistenza influenzando in parte la mia crescita.
Ogni sabato mattina andavo in compagnia dei miei amici a comprare, con i soldi della paghetta prima, con i primi guadagni del lavoro poi, decine e decine di fumetti (ricordo con molto affetto quel periodo cosi scanzonato e allegro).
Questa routine è andata avanti per più di un decennio, dopo di che qualcosa si è rotto. Un primo fattore è il prezzo, il primo numero di Dash Kappei lo pagai 3,500 lire, ora non è raro trovare fumetti a 7/8 €. Uno sproposito per una letteratura che copre al massimo una 40ina di minuti. Logicamente ha influito anche la mia crescita personale che ha fatto cambiare le mie priorità, anche se ci tengo a dire, sempre che nel 2014 ci sia ancora qualcuno che lo creda, il Manga non sono cosa da bambini!
Come ogni tipo di intrattenimento anche qui tutto è suddiviso in generi, e spesso albi dedicati all'horror raggiungono forme di sadismo impensabili per le produzioni occidentale, ad esempio Gō Nagai nel suo capolavoro assoluto, Devil Man, riproduce un mondo invaso da demoni che divorano e seviziano la popolazione, ed umani pronti a fare lo stesso fra di loro pur di sopravvivere. Tutta questa violenza non è fine a se stesso ma rappresenta una denuncia alla società moderna. Ciò si ritrova anche in manga all'apparenza scanzonati che nascondo severe denunce alla aspra società giapponese, alla loro bigotteria, ai loro tabù mal vissuti, specialmente dalle persone più giovani, imprigionati in usi e costumi antiquati e opprimenti, e a pressioni eccessive, ciò scaturisce in un altissimo numero di suicidi, addirittura il Giappone è primo in questa triste classifica, fra i paesi industrializzati.
Qui l'esempio che mi viene di fare è GtO, PRESONALMENTE MIO MANGA PREFERITO, dove un ex teppista decide di fare il professore principalmente per rimorchiare. Sembra una cosa cosi banale e frivola ma non lo è, all'interno l'autore inserisce la difficoltà e il disagio dei giovani verso una società che li obbliga sin da piccoli ad raggiungere l'eccellenza, e scarta e isola chi non ci riesce, definendoli spazzatura, parola molto ricorrente in molte opere da me lette ( trovo molto triste definire qualcuno cosi solo perché diverso).
Certo non solo di denuncia si parla ma anche di usi e costumi cosi diverse dal nostro mondo. Spesso il manga è un affresco sulla società giapponese, ne dipinge i difetto (citati poc'anzi) ma anche i pregi, e la bellezza di un mondo cosi lontano da sembrare quasi alieno. Il mio sogno non lo nego è un giorno di andare in Giappone per vivere tutto quello che ho letto sulla mia pelle!
Saluti S. Tripaldi!



Parte della mia collezione

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